Passa ai contenuti principali



Achille Castiglioni nasce a Milano il 16 febbraio 1918. Studia Architettura presso il Politecnico di Milano e consegue la laurea nel 1944. Il padre Giannino è scultore: sue sono la fontana di San Francesco in piazza Sant'Angelo a Milano, e la porta del Duomo di Milano nella parte che riguarda la vita di Sant'Ambrogio). I fratelli maggiori Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968) hanno uno studio di architettura in piazza Castello a Milano. Già dal 1940 Achille lavora presso lo studio aiutando i fratelli, poi dal 1944 si dedica con loro in maniera stabile a progetti di urbanistica, architettura, mostre, esposizioni e product design. Lo studio rivolge le proprie attenzioni alla sperimentazione sul prodotto industriale, svolgendo attività di ricerca sulle forme, le tecniche e i materiali nuovi: l'obiettivo finale è la realizzazione di un processo di progettazione integrale.
Nel 1944 Achille Castiglioni e i fratelli partecipano alla VII Triennale di Milano dove presenta l'IRR126, apparecchio radio concepito per la produzione industriale. A un certo punto il maggiore dei fratelli, Livio, si dedicherà fortemente allo sviluppo di progetti legati alla radio.
Lo scrittore Dino Buzzati, per sottolineare l'affiatamento dei fratelli Castiglioni arriverà a paragonarli a "un corpo con una testa sola".
Negli anni 1952-1953 si occupa della ricostruzione postbellica del Palazzo della Permanente di Milano. Nel 1956 è tra i fondatori dell'ADI, l'Assciazione per il Disegno Industriale. Numerosi sono i riconoscimenti ricevuti in questi anni: tra il 1955 e il 1979 vince sette premi Compasso d'oro; alla Triennale vince numerosi premi: nel 1947 una Medaglia di bronzo, nel 1951 e nel 1954 un Gran Premio, nel 1957 una Medaglia d'argento ed una Medaglia d'oro, nel 1960 una Medaglia d'oro e nel 1963 un'altra Medaglia d'argento.
ADVERTISEMENT
Nel 1969 Castiglioni consegue presso il Ministero della Pubblica Istruzione la Libera Docenza in "Progettazione Artistica per l'Industria": terrà la cattedra di professore ordinario di "Disegno Industriale" presso la Facoltà di Architettura di Torino fino al 1980 e poi a Milano fino al 1993.
Di Castiglioni ricordiamo lavori quali il la sedia Mezzadro, la sedia Sella (1957), la poltrona Sanluca (1959), la lampada da scrivania Tubino (1951), la lampada da terra Luminator (1955), la lampada da terra Arco (1962) prodotta da Flos, la lampada da tavolo Taccia (1962), il sedile Allunaggio (1962), la lampada da terra Toio.
I riconoscimenti nazionali e internazionali non hanno mai smesso di arrivare: l'attività professionale ha sempre variato nel campo dell'Architettura e dell'Urbanistica; deve la notorietà internazionalmente ai suoi progetti nel campo dell'illuminazione e dell'arredamento, nonchè per gli spettacolari allestimenti realizzati in tutto il mondo.
Quattordici delle sue principali opere sono presenti al MoMA di New York; Il MoMA (Museum of Modern Art), con le opere di Achille Castiglioni, ha realizzato a Manhattan la più grande retrospettiva mai dedicata ad un designer italiano.
Oltre al museo americano altre importanti gallerie espongono le sue opere tra cui: il Victoria and Albert Museum di Londra, il Kunstgewerbe Museum di Zurigo, lo Staatliches Museum fur Angewandte Kunst di Monaco, il Museo del Design di Prato, lo Uneleckoprumyslove di Praga, l'Israel Museum di Gerusalemme, The Denver Art Museum, Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Angewandte Kunst Museum di Amburgo e Colonia.
Tra le aziende che hanno beneficiato dell'opera di Achille Castiglioni (anche in coppia con il fratello Pier Giacomo) per le loro produzioni seriali vi sono: Alessi, Zanotta, Ideal Standard, Kartell, Lancia, Flos, Siemens, Bernini, Knoll, Poggi, Italtel, Longoni, Nagano, Omsa, Phonola, Teorema e Arflex.
Achille Castiglioni muore il 2 dicembre 2002, all'età di 84 anni, a seguito di una caduta verificatasi nel suo studio a Milano. La sua salma riposa nell'abbazia di Chiaravalle.




Tra le tante piacevoli avventure della mia vita c'è anche quella di essere stato chiamato, nei primi anni 90, da un responsabile della Olivetti Synthesis a innaugurare la famosa Stanza di Studio San Girolamo di Achille Castiglioni, con i miei libri/ oggetto di zinco...  blog http://sergio-carlacchiani.blogspot.com

Commenti

Post popolari in questo blog

ANIME MORTE Oggi in prossimità di noi anime morte nel labirinto di pensieri. Un filo esile è l'inevitabile che ci spezzerà. Sul muro i segni della caduta prima di scomparire scenderemo per molto tempo ancora nel buio. Ci perderemo con gli occhi insanguinati di pianto. Nicola Vacca (In copertina: Sergio Carlacchiani - Incontro) Nicola Vacca " Anime morte " Voce di Sergio Carlacchiani
Sorrisi e addii È ARRIVATO PADRE IL MOMENTO È arrivato padre il momento dell'Apocalisse tuo lo sveli scoprendo continuamente il corpo scheletrico pieno di fili presto accadrà l'inevitabile che s'annuncia con molte sofferenze un'opera drammatica di simboli di risibili sorrisi pianti e lamenti sonno continuamente interrotto dagli occhi sbarrati per la paura d'essere morto per sempre e trovarti senza parole davanti a quel Dio che mai hai voluto conoscere pregare e ascoltare sarai pronto a leggere questo tempo vicino? A mettere in pratica prima del trasloco definitivo davanti al Suo trono l'umile e muto pentimento? Spero ti dica di non stancarti più perché molto hai sopportato e lottato contro ogni male anche quello più temibile dell'inferno infuocato che sei stato bravo a ravvederti ritrovarti suo unico figlio ti dirà di non temere perché anche Lui era morto ma ora vive per sempre sopra ogni ombra dove non c'è morte i
Oggi ho conosciuto di persona questo giovane, nonché interessantissimo poeta, quì sotto in suo articolo sulla poesia ...  Matteo Marchesini: Quel che resta della poesia. La poesia del corpo. La pseudopoesia. La mutazione genetica dei poeti italiani. La “poeticità privatistica” e l’autoreferenzialità gergale. La pratica dell’emulazione: Amelia Rosselli e Giovanni Pascoli. La parodia involontaria della poesia. La pseudolirica dei poeti tardo-lombardi  Anita Ekberg La Grande Bellezza della Poesia C’è un racconto di Martin Amis in cui si immagina che le sorti degli sceneggiatori e dei poeti siano esattamente rovesciate rispetto a quelle reali . Gli sceneggiatori si muovono in un malsano sottosuolo letterario, arrabattandosi tra reading, riviste semiclandestine e opere pubblicate alla macchia. I poeti, invece, lanciano le loro composizioni come fossero film. Contesi da grandi produttori, guadagnano cifre enormi tra “diritti secondari” e “royalties sui sequel”.