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Visualizzazione dei post da giugno, 2019
Il 14 giugno 1837 - Muore il nostro sempre caro...  Giacomo Leopardi. A Napoli Leopardi lavora incessantemente, nonostante la salute in peggioramento, componendo varie liriche e satire; non segue le raccomandazioni dei medici, e conduce una vita abbastanza sregolata per una persona dalla salute fragile come la sua: dorme di giorno, si alza al pomeriggio e sta sveglio la notte, mangia molti dolci (particolarmentesorbetti e gelati), talvolta frequenta la mensa pubblica (anche durante il periodo del colera) e beve moltissimi caffè. Progettava anche di tornare a Recanati, per vedere il padre o partire per la Francia.Seguendo il parere di alcuni medici fiorentini, che, al contrario di altri, lo avevano convinto che la sua malattia fosse più psicologica che fisica, cominciò ad ignorare le prescrizioni, pensando che non potesse comunque decidere il suo destino. In una lettera al padre, però, avverte la morte come imminente, e spera che avvenga, non sopportando più
UN RICORDO INTIMO DI ENRICO NASCIMBENI La prima volta che ci siamo sentiti per telefono, era notte tarda, avevi appena ascoltato alcuni tuoi testi interpretati da me, mi dicesti che eri talmente emozionato che volevi subito parlarmi, ascoltare la mia voce dal vivo: " Ciao Sergio mi dai il tuo cell per favore? " Ho subito compreso che dall'altra parte del telefono avrei trovato, non una cantautore, poeta e giornalista famoso ma soprattutto un folle speciale ... Quando capitano queste rare occasioni so che bisogna subito allontanare la diffidenza e la paura e spalancare immediatamente anima e cuore... fu subito amore già dalle prime parole piene di dolcezza, stima , rispetto, consapevolezza e poi la tua infinita generosità. Mi chiedesti subito di prometterti la disponibilità per costruire insieme uno spettacolo e andare in tour, tutto ciò soltanto dopo un'ora che avevamo parlato di noi con una profondità senza uguali... Non volevamo mai salutarci, ti
Frammenti di un ipotetica intervista 08-06-2019 " Leggo la poesia con un'attenzione e una passione speciale, come fossimo indissolubilmente legati a uno stesso destino, dimenticati e forse già defunti. Quella lirica che mi appresto a consegnare al vento sarà comunque l'ultima che avrò la fortuna d'interpretare ... tuttavia, appena dopo il silenzio che è l'applauso finale, già si prepara quella specie di miracolo già avvenuto in passato che grazie a chi ci ascolterà e ci amerà davvero, si rinnoverà riportandoci in vita, ogni volta, chissà per quante volte ancora, forse per sempre!" Sergio Carlacchiani "Leggo la poesia"Testo e voce di Sergio Carlacchiani