Passa ai contenuti principali

Post

Sorrisi e addii È ARRIVATO PADRE IL MOMENTO È arrivato padre il momento dell'Apocalisse tuo lo sveli scoprendo continuamente il corpo scheletrico pieno di fili presto accadrà l'inevitabile che s'annuncia con molte sofferenze un'opera drammatica di simboli di risibili sorrisi pianti e lamenti sonno continuamente interrotto dagli occhi sbarrati per la paura d'essere morto per sempre e trovarti senza parole davanti a quel Dio che mai hai voluto conoscere pregare e ascoltare sarai pronto a leggere questo tempo vicino? A mettere in pratica prima del trasloco definitivo davanti al Suo trono l'umile e muto pentimento? Spero ti dica di non stancarti più perché molto hai sopportato e lottato contro ogni male anche quello più temibile dell'inferno infuocato che sei stato bravo a ravvederti ritrovarti suo unico figlio ti dirà di non temere perché anche Lui era morto ma ora vive per sempre sopra ogni ombra dove non c'è morte i
Post recenti
ANIME MORTE Oggi in prossimità di noi anime morte nel labirinto di pensieri. Un filo esile è l'inevitabile che ci spezzerà. Sul muro i segni della caduta prima di scomparire scenderemo per molto tempo ancora nel buio. Ci perderemo con gli occhi insanguinati di pianto. Nicola Vacca (In copertina: Sergio Carlacchiani - Incontro) Nicola Vacca " Anime morte " Voce di Sergio Carlacchiani
La stanza della poesia in Sergio Carlacchiani La poesia di Sergio Carlacchiani fugge e riappare, è seducente e inafferrabile come una bella donna effimera che si materializza sui “ sedimenti” della notte. Corre fluida e inesorabile, inarrestabile nel suo fiume - anima di artista. Attesa, eversiva, amata tanto da incidere il marmo freddo della vita fino alle cavità del cuore umano. È un artista versatile che dipinge con colpi di luce l'anima umana, ma nello stesso tempo si lascia divorare il cuore fino all'ultima stilla d'amore. I suoi dipinti sono tessuti di poesia, di una tensione che con velocità adamantina di luce dona forma all'oscurità. La sua ricerca di verità è mai paga di sé, ma si dilegua in una vacuità che sale da un lago di luce che dona equilibrio. Il cavallo selvaggio si acquieta in un trasumanar fino all'amor che muove il ciel e le altre stelle. La bellezza dello Yin e dello Yang orientale trova il suo arco nel mistico sentire poeti
Giorgio Giorcal Calvaresi, bravo fotografo, nonché appassionato della figura del grande poeta recanatese ha voluto ritrarmi alle Celebrazioni Leopardiane insieme alla cara amica Loretta Marcon, una della maggiori conoscitrici di Giacomo Leopardi e ricercatrici della sua opera. Poi ha voluto fare la stessa cosa anche con Sergio Rubini, grande attore, al quale mi lega una sincera amicizia e stima ( abbiamo diviso il palco del teatro in un memorabile recital poetico...) che l'altra sera, nella Piazzetta del Sabato del Villaggio è stato la stupenda voce di Giacomo Leopardi. A mio avviso è uno dei pochi famosi protagonisti del cinema e del teatro nazionale che sa declamare con vera maestria, poesia e prosa. Queste foto sono chiaramente espressive della stima e sincera amicizia che mi lega a queste due straordinari protagonisti della cultura e dello spettacolo nazionale ed oltre...
Il 14 giugno 1837 - Muore il nostro sempre caro...  Giacomo Leopardi. A Napoli Leopardi lavora incessantemente, nonostante la salute in peggioramento, componendo varie liriche e satire; non segue le raccomandazioni dei medici, e conduce una vita abbastanza sregolata per una persona dalla salute fragile come la sua: dorme di giorno, si alza al pomeriggio e sta sveglio la notte, mangia molti dolci (particolarmentesorbetti e gelati), talvolta frequenta la mensa pubblica (anche durante il periodo del colera) e beve moltissimi caffè. Progettava anche di tornare a Recanati, per vedere il padre o partire per la Francia.Seguendo il parere di alcuni medici fiorentini, che, al contrario di altri, lo avevano convinto che la sua malattia fosse più psicologica che fisica, cominciò ad ignorare le prescrizioni, pensando che non potesse comunque decidere il suo destino. In una lettera al padre, però, avverte la morte come imminente, e spera che avvenga, non sopportando più
UN RICORDO INTIMO DI ENRICO NASCIMBENI La prima volta che ci siamo sentiti per telefono, era notte tarda, avevi appena ascoltato alcuni tuoi testi interpretati da me, mi dicesti che eri talmente emozionato che volevi subito parlarmi, ascoltare la mia voce dal vivo: " Ciao Sergio mi dai il tuo cell per favore? " Ho subito compreso che dall'altra parte del telefono avrei trovato, non una cantautore, poeta e giornalista famoso ma soprattutto un folle speciale ... Quando capitano queste rare occasioni so che bisogna subito allontanare la diffidenza e la paura e spalancare immediatamente anima e cuore... fu subito amore già dalle prime parole piene di dolcezza, stima , rispetto, consapevolezza e poi la tua infinita generosità. Mi chiedesti subito di prometterti la disponibilità per costruire insieme uno spettacolo e andare in tour, tutto ciò soltanto dopo un'ora che avevamo parlato di noi con una profondità senza uguali... Non volevamo mai salutarci, ti
Frammenti di un ipotetica intervista 08-06-2019 " Leggo la poesia con un'attenzione e una passione speciale, come fossimo indissolubilmente legati a uno stesso destino, dimenticati e forse già defunti. Quella lirica che mi appresto a consegnare al vento sarà comunque l'ultima che avrò la fortuna d'interpretare ... tuttavia, appena dopo il silenzio che è l'applauso finale, già si prepara quella specie di miracolo già avvenuto in passato che grazie a chi ci ascolterà e ci amerà davvero, si rinnoverà riportandoci in vita, ogni volta, chissà per quante volte ancora, forse per sempre!" Sergio Carlacchiani "Leggo la poesia"Testo e voce di Sergio Carlacchiani