A Carlacchiani il premio "Penna d’oro 2021"
La rivista "Lido dell’anima" ha conferito il riconoscimento all’ideatore di Vita Vita
Il poeta, scrittore e performer Sergio Carlacchiani è stato insignito del premio internazionale "Penna d’oro 2021", messo in pallio dalla rivista letteraria "Lido dell’anima", periodico trimestrale bilingue italo-rumena. Il riconoscimento, si spiega nella motivazione, è stato conferito "per la sua opera poetica nel percorso dell’anno letterario 2021". Scrive di lui Lidia Popa, fondatrice della rivista: "Considero il talento inedito di Sergio Carlacchiani e la sua attività letteraria una forza del linguaggio poetico e filosofico a livello internazionale, per riconoscere come benemerito da accademie e università di tutto il mondo". "Sono felice – commenta il premiato – di condividere con voi questa bella sorpresa. Ringrazio quanti vorranno condividerla, chi ama la poesia e apprezza il mio quotidiano operare anche in voce". Carlacchiani, infatti, oltre a poeta, è anche un attore stimato per la sua declamazione del Leopardi, nonché ideatore e organizzatore di eventi. “Vita Vita“, per esempio, festival itinerante di cultura e spettacolo, porta la sua firma.
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Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXI
n. 118 (48.741)
Città del Vaticano
giovedì 27 maggio 2021
Da 99 anni in Vaticano
Buon compleanno Dispensario Santa Marta!
di GIAMPAOLO MATTEI
Buon compleanno, Dispensario Santa Marta! Con la consapevolezza che i veri “festeggiati” sono i 500 bambini accolti e assistiti con le loro famiglie che vivono in situazioni di povertà e, in molti casi, senza tessera del servizio sanitario italiano. Il 99° compleanno del Dispensario pediatrico vaticano — dal 2008 è Fondazione che fa capo all’Elemosineria apostolica — è stato ricordato domenica 23 maggio con la celebrazione della messa alla Grotta di Lourdes nei Giardini vaticani. Con la partecipazione dei volontari e dei medici che, gratuitamente, garantiscono professionalità e tempo ai più poveri. Un compleanno davvero speciale perché ha dato il via alle iniziative — molto concrete — per il centenario della fondazione avvenuta il 22 maggio 1922, con la benedizione di Pio XI. All’inizio della messa — cele- brata da don Esteban Madrid Paéz — la direttrice suor Antonietta Collacchi, religiosa vincenziana, ha rilanciato l’essenza del servizio del Dispensario che, ha detto, «ha trovato nuove strade per arrivare alle famiglie anche nel tempo del lock- down». Pur nel pieno rispetto delle indicazioni per contenere la diffusione del contagio, ha fatto presente, «nessuno è stato lasciato solo perché i poveri, soprattutto i bambini poveri, non possono aspettare e non devono essere mai messi in disparte, me-
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Vittime dell’avidità
Dalle indagini sulla tragedia della funivia
di Mottarone emerge una realtà sconvolgente:
14 persone sono morte perché il freno d’emergenza sarebbe stato deliberatamente disattivato
per non fermare l’attività e perdere soldi.
Una vicenda che suscita indignazione, rabbia,
e la ribellione di raccontare storie di bene
I resti della cabina precipitata, con la “forcella” che avrebbe impedito il funzionamento del freno di emergenza (foto di MigMedina/Afp)
Ldi ANDREA MONDA
a foto che vedete rac- conta la solita vecchia storia. L’avidità che diventa, inevitabil-
mente, “sfrenata”, in questo ca- so nel senso letterale del termi- ne. Di queste vecchie storie, che sono storie vecchie, si riempiono le pagine dei gior- nali, perché è doveroso denun- ciare e indignarsi. Come per questa terribile tragedia della funivia Stresa-Mottarone, so- prattutto dopo le rivelazioni emerse dalle indagini, ovvero che il freno di emergenza — quello che avrebbe potuto evi- tare l’incidente e la morte di 14 persone — sarebbe stato deli- beratamente disattivato, nono- stante si fosse a conoscenza di alcuni malfunzionamenti: ma- nomesso per non fermare l’at- tività e perdere soldi.Ecco, oggi ci limitiamo a ri- portare questa agghiacciante rivelazione perché è talmente abominevole da non aver biso- gno di ulteriori commenti. Lo facciamo non per non stigma- tizzare il male, ma per allargare lo sguardo. E se allarghiamo lo sguardo, un processo più del cuore che degli occhi, allora vediamo che ci sono anche al- tre storie, storie nuove. E non c’è altra novità, vera, significa- tiva, al di fuori dell’amore. Le storie che raccontiamo oggi so- no storie nuove. Che aprono vie nuove, strade inedite alla creatività generosa e generati- va propria degli esseri umani.Le vogliamo raccontare qui, in prima pagina, con la storia del dispensario di Santa Mar- ta, da 99 anni “ospedale da campo” in Vaticano, e, all’in- terno, con la storia di quattro detenuti del carcere di Sollic- ciano che preparano il pranzo ai senzatetto — gli ultimi al servizio degli ultimissimi (chi è nella prova ha il cuore più pronto al soccorso) — e quelle della croce di Lam- pedusa, che sta girando per la Gran Bretagna a sensibilizzare i cuori dell’Europa, e della na- ve RescQ, la nave del salvatag- gio, nata da un gruppo di ami- ci stanchi di vedere morire le persone nel Mediterraneo. L’a- vidità e l’indifferenza non sono il vero volto del mondo, ma so- lo le rughe della stanchezza di quel volto. Ma c’è molto più, vale la pena raccontarlo.
Riflessioni sul sentimento che sa durare Leggero come l’amore
LE DOMANDE DELLA POESIA
A cosa siamo chiamati nell’amare la vita ?
Di ritorno dal cielo
L’amore a livello assoluto è un esclusivo lusso
per pochi esseri umani
in grado di permetterselo benedetto il consiglio che mi giunse nel cuore
— bevi il veleno della terra piuttosto che tradire il cielo spicca il volo sopra l’azione godi della ritrovata innocenza se non santità la vita è farsa! —
La poesia di SERGIO CARLACCHIANI è un’appassionata, inesausta ricerca di senso e di sostanza. Un’esperienza di pensiero e canto dell’anima insieme. Il testo qui proposto è tratto dal volume «Indiscrezioni dal fortilizio» (RPLibri, 2020).
A cura di NICOLA BULTRINI
Riflessioni sul sentimento che sa durare Leggero come l’amore
di PIERANGELO SEQUERI
«Q
uando è nato l’a- more? Conoscia- mo la prima don- na e il primo uoispirato a Riccardo Mensuali questo suo incantevole apologo delle convenienze e delle incon- venienze dell’amore (Leggero come l’amore. Riflessioni sul sentimento che sa durare, San Paolo, 2021), che cerca ostinatamente un varco nella nostra vita: mentre noi, che diciamo di cercarlo più di ogni altra cosa, gli facciamo un sacco di pressioni e gli mettiamo un sacco di ostacoli. che si sono innamorati e per- ché lo abbiano fatto? E perché non lo facevano prima? L’amore è proprio sempre esistito? E a che serve l’amore?».Se impari un po’ meglio come la “leggerezza” dell’amore è ve- nuta al mondo — e come facil- mente, nella vita, se ne vola via — allora sarai anche più capace di riconoscere come sa durare, attecchire, crescere, invecchiare. E la morte stessa arriverà prima che lui finisca: così che rischi di trovartelo anche dopo, senza neppure fare più fatica a cercar- lo. Mi sono immaginato che sia stata questa la chiave che ha ispirato a Riccardo Mensuali questo suo incantevole apologo delle convenienze e delle incon- venienze dell’amore (Leggero come l’amore. Riflessioni sul sentimento che sa durare, San Paolo, 2021), che cerca ostinatamente un varco nella nostra vita: mentre noi, che diciamo di cercarlo più di ogni altra cosa, gli facciamo un sacco di pressioni e gli mettiamo un sacco di ostacoli.L’amore non teme gli ostacoli, ma non sopporta le pressioni. Quando cerchi di fargli fare quello che non vuole, diventa pazzerello e inafferrabile: rompe i vetri, fa volare via le cose, ti la- scia senza neanche i vestiti che hai addosso. Ma poi, diventa an- che una febbre, un’infezione, ti toglie l’aria, ti riduce a uno straccio. Certo, lui non è nato per questo. Se però lo tratti ma-le, o cerchi di approfittare di lui, per fargli fare quello che non vorrebbe, si ammala. E ti riduce a uno straccio. Il racconto del- l’autore di questo saggio sta ben piantato nella condizione odier- na dei modi in cui l’amore si in- sedia a transita, appare e scom- pare, abita e trasloca le attuali forme di vita. Però cerca, con acutezza di sguardo pari al gar- bo della parola, le illuminazioni che vengono dalla storia antica e sempre nuova della passione e dell’intelletto d’amore. In questa storia si intrecciano — ascoltate o dimenticate che siano — le folgo- ranti illuminazioni della Parola di D io: dalla creazione del mon- do, che dell’amore ha seminato l’origine, al vangelo di Gesù, che ne ha giurato la destinazione.
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Sergio Carlacchiani – Poesie inedite, nota di Rita Pacilio
La poesia a voce alta, le parole trovate
Inediti di Sergio Carlacchiani
La parola poetica di Sergio Carlacchiani è posseduta da una forma emotiva efficace e originale che entra pienamente a contatto con il mondo. Spettatore e attore, l’autore tiene insieme interiorità e pensiero al fine di dispiegarsi per le strade della vita quotidiana, tra i fardelli della materia e dell’immaginazione visionaria. Lo fa con il desiderio di entrare in comunione con l’essenza umana al fine di riuscire a sopravvivere al dolore, alla superficialità, al disordine, alla caduta repentina e convulsa della nostra coscienza di fronte alla fragilità. I valori umani conducono ad aspettative che prevedono comportamenti e progetti a favore dell’amore e della comunanza con l’ambiente naturale. Carlacchiani si spoglia di fardelli biologici e ferite per sottostare alla bellezza dell’incontro con il divino, con il Padre. Pertanto, la paternità umana è una fase ciclica in cui la figliolanza si alterna in maniera paradossale al cambio repentino del ruolo. Figlio e Padre restano elementi di comparazione che si influenzano, si attraggono e si scontrano, proprio lì dove l’apertura dialogica consente l’eterno confronto. Il moto dell’anima confluisce nel flusso armonico della voce che si avvolge di potente respiro: l’autore ora scrive, ora declama* intrecciando tensioni che sprigionano pathos e risoluzioni esistenziali. (Rita Pacilio)
*vengono riportati in calce i link youtube per l’ascolto dei testi recitati dall’ autore.
***
AMO DO MIO
L’antologica sognata
Quest’inverno che mi auguro
stia per finire è stata una guerra
ha strappato mio padre dalla terra
ma il sole splenderà ancora mio Dio
chiedo di raggiungere un’altra vetta
riprendermi adesso ciò ch’è stato mio
con fierezza un’alterità senza vendetta
un insigne passato presente e futuro
un’ antologica sognata che mi spetta…
Sergio Carlacchiani https://youtu.be/0_oYp5wx7nk
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Aforisticamente Karl Esse
DIMENTICA PADRE…
Dimentica padre mio
un dolore al giorno
come sto facendo io
così finalmente
con un sorriso
mi presenterai Dio.
Sergio Carlacchiani https://youtu.be/a5KXKMrN0Wk
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Sorrisi e addii
FIGLIO
Non riesco più ad amarti come sei
bambino adulto che frigni ancora
è tempo ora che ripensi a me
cosa vuoi ormai altro più non c’è
che solitudine infinita e l’amara
vita che si trascina oltre la morte
quella sola che hai saputo donarmi
e questo vento inafferrabile che ha
la tua voce sibilante di consonante
fricativa lontana lamentosa sbrigativa.
Karl Esse https://youtu.be/DKBKFblnHQE
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STESE GIACCIONO LE PAROLE
La poesia è una strada buia
dove stese giacciono le parole
schiacciate appena il pianto
richiamo per la riproduzione
come piccola fauna d’anfibi
dall’ incauta viscida velocità
mortale stupidità del tempo …
Sergio Carlacchiani https://youtu.be/6NPNuuE93KI
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MORDE L’ ESISTENZA ALL’ INFINITO
(parte prima)
Portami uno spicchio di sole
portami sulle distese piane
sui fiumi sui colli sulle montagne
portami il miracolo delle rose
le festose voci dei bambini
portami lontano dai cretini
il tempo greco il loro pensiero
un sacchetto nero di coriandoli
un silenzio vero ineffabile
portami in giro per mano
abbracciami come la musica
in assolo o in corale mattino
portami un frate cappuccino
francescano mendicante minore
portami le ore i minuti/secondi
i fecondi giorni le notti spoglie
le foglie d’estate i pesci d’aprile
l’erbacce in fuoco i fiori da poco
portami il gioco dei dadi dell’oca
la foca da salvare le vite disperate
i riservati servizi segreti non tratti
i ritratti essenziali dell’ esistenza
portami la pazienza di ascoltare
un portafiori un candelabro acceso
voglio pregare con il sospetto
lasciare così questa vita da diavolo
portami un grande naturale tavolo
o portami a merenda sotto l’acacia
voglio sentire il lamento d’un fiore
il rumore della mosca e del vento
portami un sentimento brillante
il vagito d’una vera partoriente
un tango indecente che s’azzera
una polka o una mazurka che valzera
portami dell’ oceano un grande secchio
un cerchio una grossa palèa una trottola
prendimi per la collottola come un gatto
e mentre mi dichiari matto scagliami via
senza pazienza dal mordere dell’esistenza.
Sergio Carlacchiani https://youtu.be/MPMtf3T9ExE
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INDI A LOGO
Quando mi rigiro nel letto e piango…
Quando mi rigiro nel letto
e piango perché di questo virus
mi sono rotto mi sdraio lassù
su un fazzoletto di cielo.
Karl Esse https://youtu.be/BBN6VjHpW5A
Sergio Carlacchiani (pseudonimi Karl Esse – Sergio Pitti), Macerata 1959, è attore, pittore e performer italiano.
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