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Il 3 febbraio del 1870 nasceva Ada Negri. Benchè in vita, la sua poesia sia stata pressoché assoluta e di riferimento, oggi Ada Negri è una poetessa quasi del tutto dimenticata. E questo per un insieme di ragioni legate soprattutto al fascismo (come spesso accade in Italia). Il suo linguaggio fin troppo classico e castigato la rende una voce fuori dal coro novecentesco.Tuttavia i testi della Negri sono certamente di grande coraggio e slancio; un esempio è "Autopsia" che qui propongo e che manifesta l'influenza nei confronti della Negri da parte della poesia degli "scapigliati".
 
 
 
Ada Negri - AUTOPSIA - Interprete: Sergio Carlacchiani




AUTOPSIA

Magro dottore, che con occhi intenti
Per cruda, intensa brama,
Le nude carni mie tagli e tormenti
Con fredda, acuta lama,

Odi. Sai tu chi fui?... Del tuo pugnale
Sfido il morso spietato;
Qui ne l'orrida stanza sepolcrale
Ti narro il mio passato.

Sui sassi de le vie crebbi. Non mai
Ebbi casa o parenti;
Scalza, discinta e senza nome errai
Dietro le nubi e i venti.

Seppi le notti insonni e l'inquïeto
Pensier della dimane,
L'inutil prece e il disperar segreto,
E i giorni senza pane.

Tutte conobbi l'improbe fatiche
E le miserie oscure,
Passai fra genti squallide e nemiche,
Fra lagrime e paure;

E finalmente un dì, sovra un giaciglio
Nitido d'ospedale,
Un negro augello dal ricurvo artiglio
Su me raccolse l'ale.

E son morta così, capisci, sola,
Come un cane perduto,
Così son morta senza udir parola
Di speme o di saluto!...

Come lucida e nera e come folta,
La mia chioma fluente!...
Senza un bacio d'amor verrà sepolta
Sotto la terra algente.

Come giovine e bianco il flessuoso
Mio corpo, e come snello!
Or lo disfiora il cupido, bramoso
Bacio del tuo coltello.

Suvvia, taglia, dilania, incidi e strazia,
Instancabile e muto.
Delle viscere mie godi, e ti sazia
Sul mio corpo venduto!...

Fruga, sinistramente sorridendo.
Che importa?... Io son letame.
Cerca nel ventre mio, cerca l'orrendo
Mistero della fame!...

Scendi col tuo pugnale insino all'ime
Viscere, e strappa il cuore.
Cercalo nel mio cor, cerca il sublime
Mistero del dolore!...

Tutta nuda così sotto il tuo sguardo,
Ancor soffro; lo sai?...
Colle immote pupille ancor ti guardo,
Nè tu mi scorderai:

Poi che sul labbro mio, quale conato
Folle di passïone,
Rauco gorgoglia un rantolo affannato
Di maledizïone.

Ada Negri








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