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Visualizzazione dei post da 2019
Giorgio Giorcal Calvaresi, bravo fotografo, nonché appassionato della figura del grande poeta recanatese ha voluto ritrarmi alle Celebrazioni Leopardiane insieme alla cara amica Loretta Marcon, una della maggiori conoscitrici di Giacomo Leopardi e ricercatrici della sua opera. Poi ha voluto fare la stessa cosa anche con Sergio Rubini, grande attore, al quale mi lega una sincera amicizia e stima ( abbiamo diviso il palco del teatro in un memorabile recital poetico...) che l'altra sera, nella Piazzetta del Sabato del Villaggio è stato la stupenda voce di Giacomo Leopardi. A mio avviso è uno dei pochi famosi protagonisti del cinema e del teatro nazionale che sa declamare con vera maestria, poesia e prosa. Queste foto sono chiaramente espressive della stima e sincera amicizia che mi lega a queste due straordinari protagonisti della cultura e dello spettacolo nazionale ed oltre...
Il 14 giugno 1837 - Muore il nostro sempre caro...  Giacomo Leopardi. A Napoli Leopardi lavora incessantemente, nonostante la salute in peggioramento, componendo varie liriche e satire; non segue le raccomandazioni dei medici, e conduce una vita abbastanza sregolata per una persona dalla salute fragile come la sua: dorme di giorno, si alza al pomeriggio e sta sveglio la notte, mangia molti dolci (particolarmentesorbetti e gelati), talvolta frequenta la mensa pubblica (anche durante il periodo del colera) e beve moltissimi caffè. Progettava anche di tornare a Recanati, per vedere il padre o partire per la Francia.Seguendo il parere di alcuni medici fiorentini, che, al contrario di altri, lo avevano convinto che la sua malattia fosse più psicologica che fisica, cominciò ad ignorare le prescrizioni, pensando che non potesse comunque decidere il suo destino. In una lettera al padre, però, avverte la morte come imminente, e spera che avvenga, non sopportando più
UN RICORDO INTIMO DI ENRICO NASCIMBENI La prima volta che ci siamo sentiti per telefono, era notte tarda, avevi appena ascoltato alcuni tuoi testi interpretati da me, mi dicesti che eri talmente emozionato che volevi subito parlarmi, ascoltare la mia voce dal vivo: " Ciao Sergio mi dai il tuo cell per favore? " Ho subito compreso che dall'altra parte del telefono avrei trovato, non una cantautore, poeta e giornalista famoso ma soprattutto un folle speciale ... Quando capitano queste rare occasioni so che bisogna subito allontanare la diffidenza e la paura e spalancare immediatamente anima e cuore... fu subito amore già dalle prime parole piene di dolcezza, stima , rispetto, consapevolezza e poi la tua infinita generosità. Mi chiedesti subito di prometterti la disponibilità per costruire insieme uno spettacolo e andare in tour, tutto ciò soltanto dopo un'ora che avevamo parlato di noi con una profondità senza uguali... Non volevamo mai salutarci, ti
Frammenti di un ipotetica intervista 08-06-2019 " Leggo la poesia con un'attenzione e una passione speciale, come fossimo indissolubilmente legati a uno stesso destino, dimenticati e forse già defunti. Quella lirica che mi appresto a consegnare al vento sarà comunque l'ultima che avrò la fortuna d'interpretare ... tuttavia, appena dopo il silenzio che è l'applauso finale, già si prepara quella specie di miracolo già avvenuto in passato che grazie a chi ci ascolterà e ci amerà davvero, si rinnoverà riportandoci in vita, ogni volta, chissà per quante volte ancora, forse per sempre!" Sergio Carlacchiani "Leggo la poesia"Testo e voce di Sergio Carlacchiani
" A FILO DI VOCE " 13-05-2019 Ad Arturo Michelangeli QUEST' INESORABILE TEMPO SONORO Siamo solo noi tre la morte me e il pianoforte non sparlate sull' iconico inafferrabile pianista la notte scura e muta scorre lenta rispetta la preziosa consegna dei momenti al silenzio le ragioni dell' insonnia sono indecifrabili davanti alla luna sul mondo fissa e d'oro l'artista è uno spettro sinistro che passeggia s'aggira attorno e fissa la voragine del pozzo scandisce la sprofondità il niente l'opera d'arte il pre-giudizio quest' inesorabile tempo sonoro. Sergio Carlacchiani  Ad Arturo Michelangeli - QUEST' INESORABILE TEMPO SONORO   Testo e voce di Sergio Carlacchiani  
Il 13 maggio 1988, alle 03 del mattino, Chet vola giù dalla finestra come se avesse le ali... muore uno dei più grandi trombettisti della storia del jazz… "M'innamoro troppo facilmente degli angeli caduti"   A Chet Baker   Ho avuto la fortuna di ascoltarti poesia "I fall in love too easily" degli angeli caduti i fuori tempo i soli sospesi a mezza via tra un fraseggio e l'altro le lunghe pause come per far risuonare le note sghembe tu eri la somma dei vuoti delle mancanze eri la canzone appena cantanta pianta nell' assolo dell' affascinante dannazione autistica negazione dell'interazione sociale eri il male lo sconfitto il jazz sussurrato disapprovato reduce devastato la musica l'uomo che non aveva occhi ma zigomi e rughe che sembravano strade sbagliate il garzone distratto d' una pompa di benzina la latrina ricettacolo di fugaci sparizioni improbabili disintossicazioni da morfina quell' assurda prigione co
CARI AMICI VI CONSIGLIO D'ASCOLTARE QUESTA VERSIONE SONORA D'UNA MIA BIOGRAFIA.... Frammenti di un’ ipotetica intervista a Sergio Carlacchiani, alias Karl Esse. UN IO MACINATO Borghese come sono forse un io macinato pressoché mai domo scandalizzo la normalità testa di cazzo uomo d'un lurido mondo non mi confondo né mi adeguo preferisco l'arte la mia poetica alla gesuitica etica dell'amen del così sia sovversivo privo di tutto tranne della malinconia vivo d’estetica fonetica rubo riciclo sventro tutto ciò che è brutto ogni frutto marcio lo ricaccio nell’oscurità dove demonialità impera la sera è un altro giorno nuovi stati d’incoscienza dove apparenza inganna la canna per me è snob detesto ogni tipo di fumo il consumo dei moralizzatori i valori immoti precostituiti il cerchio gli spazi vuoti scarabocchio invecchio son