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Il 13 maggio 1988, alle 03 del mattino, Chet vola giù dalla finestra come se avesse le ali... muore uno dei più grandi trombettisti della storia del jazz…

"M'innamoro troppo facilmente degli angeli caduti"
 
A Chet Baker
 
Ho avuto la fortuna di ascoltarti poesia
"I fall in love too easily" degli angeli caduti
i fuori tempo i soli sospesi a mezza via
tra un fraseggio e l'altro le lunghe pause
come per far risuonare le note sghembe
tu eri la somma dei vuoti delle mancanze
eri la canzone appena cantanta pianta
nell' assolo dell' affascinante dannazione
autistica negazione dell'interazione sociale
eri il male lo sconfitto il jazz sussurrato
disapprovato reduce devastato la musica
l'uomo che non aveva occhi ma zigomi
e rughe che sembravano strade sbagliate
il garzone distratto d' una pompa di benzina
la latrina ricettacolo di fugaci sparizioni
improbabili disintossicazioni da morfina
quell' assurda prigione contro la società
eri un angelo acuminato inconsapevole
ferito nell'ombra languido per idea malata
un inno tossico alla vita trasfigurata
nell'assenza dell' intellettualità scontata
genialità in scena impercettibile infallibile
la tua voce vuota finita pensosa intonata
e quell'imboccatura tornata dagl'inferi
che se ne fregava delle difficoltà della vita
solo musica droga nient'altro del mondo
sbagliato smozzicato come una canna
che spara e ti manca continuamente
eri malinconicamente celeste poesia
rima baciata sdentata come i tuoi assoli
ossessivi blu nero strascicati sino al cielo.

Sergio Carlacchiani

"M'innamoro troppo facilmente degli angeli caduti" A Chet Baker - Testo e voce: Sergio Carlacchiani


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