Passa ai contenuti principali
SE NON SAPPIAMO PIÙ GERMOGLIARE

Ho bisogno di sottrarmi a tanta pena
soccomberò senza più resistenza
abbandonato dalle forze
come fossi cadavere
sospiro senza più respirare
tu sola puoi togliermi dalla tortura
distendimi e prenditi cura di me
amami implacabile come sai
è troppo che mi manca il tuo fiato
rimuoveva ogni macigno
verde l'occhio riflesso al sole
poi quel giorno arrivò
avevi le rose sul cuore
il colore dell'anima
di una tenerezza insolita
lo stesso della maliconia
oggi mi sfuggi inquieta ogni volta
con una rapidità sospetta
quasi nulla ti tocca
il sorriso nemmeno ti sfiora
odora il mare di spume
approdano i gabbiani in volo
anneghiamo insieme se vuoi
lasciamoci andare agli abissi
è lì che troveremo insieme
le nostre esistenze inutili
quel che resta d'un amore
se non sappiamo più germogliare.

Karl Esse


SE NON SAPPIAMO PIÙ GERMOGLIARE  - Testo e voce di Karl Esse


Commenti

Post popolari in questo blog

ANIME MORTE Oggi in prossimità di noi anime morte nel labirinto di pensieri. Un filo esile è l'inevitabile che ci spezzerà. Sul muro i segni della caduta prima di scomparire scenderemo per molto tempo ancora nel buio. Ci perderemo con gli occhi insanguinati di pianto. Nicola Vacca (In copertina: Sergio Carlacchiani - Incontro) Nicola Vacca " Anime morte " Voce di Sergio Carlacchiani
    Alda Merini  - UNA VOLTA SOGNAI  - Voce: Karl Esse                     Alda Merini   - UNA VOLTA SOGNAI Una volta sognai di essere una tartaruga gigante con scheletro d'avorio che trascinava bimbi e piccini e alghe e rifiuti e fiori e tutti si aggrappavano a me, sulla mia scorza dura. Ero una tartaruga che barcollava sotto il peso dell'amore molto lenta a capire e svelta a benedire. Così, figli miei, una volta vi hanno buttato nell'acqua e voi vi siete aggrappati al mio guscio e io vi ho portati in salvo perché questa testuggine marina è la terra che vi salva dalla morte dell'acqua.     Alda Merini  scrisse questa stupenda poesia alla vigilia dell'inaugurazione il 26 giugno 2008 della Porta d'Europa a Lampedusa e fu letta durante la cerimonia... La "Port...
Oggi ho conosciuto di persona questo giovane, nonché interessantissimo poeta, quì sotto in suo articolo sulla poesia ...  Matteo Marchesini: Quel che resta della poesia. La poesia del corpo. La pseudopoesia. La mutazione genetica dei poeti italiani. La “poeticità privatistica” e l’autoreferenzialità gergale. La pratica dell’emulazione: Amelia Rosselli e Giovanni Pascoli. La parodia involontaria della poesia. La pseudolirica dei poeti tardo-lombardi  Anita Ekberg La Grande Bellezza della Poesia C’è un racconto di Martin Amis in cui si immagina che le sorti degli sceneggiatori e dei poeti siano esattamente rovesciate rispetto a quelle reali . Gli sceneggiatori si muovono in un malsano sottosuolo letterario, arrabattandosi tra reading, riviste semiclandestine e opere pubblicate alla macchia. I poeti, invece, lanciano le loro composizioni come fossero film. Contesi da grandi produttori, guadagnano cifre enormi tra “diritti secondari” e “royalties...