Passa ai contenuti principali


MI CHIAMANO MAESTRO


Mi chiamano maestro
ogni giorno infatti
mi reco a scuola
non so leggere
non so scrivere
non so parlare
vedo sempre meglio
ascolto sempre di più
il silenzio m'insegna tanto
seguo strade polverose
orizzonti inimitabili
trovo e non trovo
vado avanti pregando
con l'anima e il cuore
ho l'amore difronte a me
la necessità di vivere libero
non m'impedisce la noia
l'abbandono è soltanto
una posa occasionale
come fingermi in croce
ho liberato mani e piedi
seguo un voce chiara
come l'immagine che porto in tasca
una foto di me bruciata dalla luce.

Karl Esse


Mi chiamano maestro – Testo e voce: Karl Esse 

Commenti

Post popolari in questo blog

ANIME MORTE Oggi in prossimità di noi anime morte nel labirinto di pensieri. Un filo esile è l'inevitabile che ci spezzerà. Sul muro i segni della caduta prima di scomparire scenderemo per molto tempo ancora nel buio. Ci perderemo con gli occhi insanguinati di pianto. Nicola Vacca (In copertina: Sergio Carlacchiani - Incontro) Nicola Vacca " Anime morte " Voce di Sergio Carlacchiani
Sorrisi e addii È ARRIVATO PADRE IL MOMENTO È arrivato padre il momento dell'Apocalisse tuo lo sveli scoprendo continuamente il corpo scheletrico pieno di fili presto accadrà l'inevitabile che s'annuncia con molte sofferenze un'opera drammatica di simboli di risibili sorrisi pianti e lamenti sonno continuamente interrotto dagli occhi sbarrati per la paura d'essere morto per sempre e trovarti senza parole davanti a quel Dio che mai hai voluto conoscere pregare e ascoltare sarai pronto a leggere questo tempo vicino? A mettere in pratica prima del trasloco definitivo davanti al Suo trono l'umile e muto pentimento? Spero ti dica di non stancarti più perché molto hai sopportato e lottato contro ogni male anche quello più temibile dell'inferno infuocato che sei stato bravo a ravvederti ritrovarti suo unico figlio ti dirà di non temere perché anche Lui era morto ma ora vive per sempre sopra ogni ombra dove non c'è morte i
Oggi ho conosciuto di persona questo giovane, nonché interessantissimo poeta, quì sotto in suo articolo sulla poesia ...  Matteo Marchesini: Quel che resta della poesia. La poesia del corpo. La pseudopoesia. La mutazione genetica dei poeti italiani. La “poeticità privatistica” e l’autoreferenzialità gergale. La pratica dell’emulazione: Amelia Rosselli e Giovanni Pascoli. La parodia involontaria della poesia. La pseudolirica dei poeti tardo-lombardi  Anita Ekberg La Grande Bellezza della Poesia C’è un racconto di Martin Amis in cui si immagina che le sorti degli sceneggiatori e dei poeti siano esattamente rovesciate rispetto a quelle reali . Gli sceneggiatori si muovono in un malsano sottosuolo letterario, arrabattandosi tra reading, riviste semiclandestine e opere pubblicate alla macchia. I poeti, invece, lanciano le loro composizioni come fossero film. Contesi da grandi produttori, guadagnano cifre enormi tra “diritti secondari” e “royalties sui sequel”.