Passa ai contenuti principali

DESIDERI

Avrei voluto chiamarmi Marco
con occhi neri e fluente chioma
non soffrire da bambino d'incomprensione
avrei voluto conoscere meglio il mio talento
avrei voluto un padre colto
una madre felice
avrei voluto un cane e un gatto
che non fossero mai scomparsi
avrei voluto una casa al mare
e una in montagna come i miei amici
figli d' imprenditori
non di lavoratori sfruttati
avrei voluto andare in vacanza
avrei voluto fare il liceo
frequentare l'università a Venezia
non studiando possibilmente
visitando luoghi e nature diverse
dormendo fuori casa spesso
conoscere la vita degli altri
non avere problemi di denaro
comprarmi la vespa e la moto
avrei voluto non fidanzarmi
sposarmi oggi
con la donna che amo
e amerò più di tutte
avere con lei due figli
maschio e femmina
avrei voluto conoscere più donne
belle e brutte magari intelligenti
avrei voluto meno parenti
più fratelli e sorelle
tanti veri amici
avrei voluto essere un buon padre
un'artista capace e sapiente
un uomo sufficientemente libero da subito
avrei voluto credere di più nell'amore
nella gioia della vita
avrei voluto prendermi cura di me
come non l'ho fatto mai
avrei voluto semmai
ancora mi restasse il tempo
studiare per l'adilà
per accogliere degnamente l'eternità.

Karl Esse


DESIDERI - Testo e voce: Karl Esse 



Commenti

Post popolari in questo blog

ANIME MORTE Oggi in prossimità di noi anime morte nel labirinto di pensieri. Un filo esile è l'inevitabile che ci spezzerà. Sul muro i segni della caduta prima di scomparire scenderemo per molto tempo ancora nel buio. Ci perderemo con gli occhi insanguinati di pianto. Nicola Vacca (In copertina: Sergio Carlacchiani - Incontro) Nicola Vacca " Anime morte " Voce di Sergio Carlacchiani
Sorrisi e addii È ARRIVATO PADRE IL MOMENTO È arrivato padre il momento dell'Apocalisse tuo lo sveli scoprendo continuamente il corpo scheletrico pieno di fili presto accadrà l'inevitabile che s'annuncia con molte sofferenze un'opera drammatica di simboli di risibili sorrisi pianti e lamenti sonno continuamente interrotto dagli occhi sbarrati per la paura d'essere morto per sempre e trovarti senza parole davanti a quel Dio che mai hai voluto conoscere pregare e ascoltare sarai pronto a leggere questo tempo vicino? A mettere in pratica prima del trasloco definitivo davanti al Suo trono l'umile e muto pentimento? Spero ti dica di non stancarti più perché molto hai sopportato e lottato contro ogni male anche quello più temibile dell'inferno infuocato che sei stato bravo a ravvederti ritrovarti suo unico figlio ti dirà di non temere perché anche Lui era morto ma ora vive per sempre sopra ogni ombra dove non c'è morte i
Oggi ho conosciuto di persona questo giovane, nonché interessantissimo poeta, quì sotto in suo articolo sulla poesia ...  Matteo Marchesini: Quel che resta della poesia. La poesia del corpo. La pseudopoesia. La mutazione genetica dei poeti italiani. La “poeticità privatistica” e l’autoreferenzialità gergale. La pratica dell’emulazione: Amelia Rosselli e Giovanni Pascoli. La parodia involontaria della poesia. La pseudolirica dei poeti tardo-lombardi  Anita Ekberg La Grande Bellezza della Poesia C’è un racconto di Martin Amis in cui si immagina che le sorti degli sceneggiatori e dei poeti siano esattamente rovesciate rispetto a quelle reali . Gli sceneggiatori si muovono in un malsano sottosuolo letterario, arrabattandosi tra reading, riviste semiclandestine e opere pubblicate alla macchia. I poeti, invece, lanciano le loro composizioni come fossero film. Contesi da grandi produttori, guadagnano cifre enormi tra “diritti secondari” e “royalties sui sequel”.