POETESSA DI STRAORDINARIO TALENTO,
PURTROPPO, COME SPESSO ACCADE,
CHI HA TROPPA SENSIBILITÀ,
IL MALE DI VIVERE, RAPISCE ...
Il 27 ottobre di 20 anni fa moriva suicida a Lecce Claudia Ruggeri (1967 - 1996). Chi scrive poesia oggi sa quanto è importante leggere questa poetessa che con un montalismo di fondo ripropone una metafisica dell'oggetto aprendo davanti al lettore un percorso impervio sia cognitivo che esistenziale. L'esclusione dalla vita è testimoniata dall'unica forma in cui la vita è pur sempre testimoniata; un linguaggio aspro, "difficile" totalmente personale che ratifica un abbandono già presente alla nascita.
La sua è una lirica colta, ricca di citazioni e di rimandi sia letterari che filosofici i quali però sono funzionali alla nevrosi. I versi della Ruggeri hanno innesti di varia genesi: nozioni filosofiche, dialettismi, luoghi comuni, frasi fatte; il tutto in una tessitura armonica anche se non sempre intelligibile. Bisogna dimenticare il senso dell'ordine mentale delle nostre abitudini grammaticali e intellettuali per predisporci alla comprensione di un senso nuovo che si schiude alla lettura.
Claudia Ruggeri " Lamento dell’Uccello colpito " Interprete Sergio Carlacchiani
Claudia Ruggeri (1967-1996)

Claudia Ruggeri interpreta i suoi versi - Il Matto I
Il modo di recitare della Ruggeri fu definito “da bambina in un bordello”. Un’espressione che i redattori della rivista underground S/Pulp hanno mutuato da Isabella Santacroce, come la più efficace per descrivere certe sfumature vocali della poetessa salentina.
Claudia Ruggeri nacque a Napoli nel 1967 da madre napoletana e da padre leccese.
Nel 1968, si trasferì, con la famiglia, a Lecce dove visse fino alla fine.
Nel 1968, si trasferì, con la famiglia, a Lecce dove visse fino alla fine.
Frequentò il Liceo Scientifico approfondendo in
contemporanea lo studio della lingua inglese. In seguito si iscrisse,
simultaneamente, alla facoltà di lettere moderne ed a quella di
teologia. Malgrado avesse sempre ottenuto risultati brillanti, non
riuscì a laurearsi perché i problemi psichici l’aggredirono
sopraffacendola.
Dedicava buona parte del suo tempo libero alla lettura attraverso la quale acquisì una notevole cultura.
Dedicava buona parte del suo tempo libero alla lettura attraverso la quale acquisì una notevole cultura.
La sua formazione culturale risultò ampiamente
arricchita dai numerosi viaggi effettuati sin dall’infanzia.
Particolarmente significativi per lei furono il lungo, avvincente,
periplo della Turchia che la pose in contatto con il fascino di antiche
civiltà nostre antenate. In seguito partecipò ad un tour, attuato prima
della caduta del muro di Berlino, nei paesi dell’est europeo (Polonia,
Ungheria, Russia) durante il quale potette constatare, de visu, parte di
alcune realtà contemporanee allora pressoché sconosciute alla maggior
parte dell’occidente. Un’altra esperienza significativa fu quella che le
procurò un viaggio in India e nello Sri Lanka.
Dall’età di circa 18 anni fece parte del
“Laboratorio di poesia” creato nel 1985 e diretto da un docente
dell’Università di Lecce, il Prof. Arrigo Colombo, filosofo scrittore e
poeta il quale, con la collaborazione di un altro intellettuale, il
Prof. Walter Vergallo, riuscì a dare un forte impulso al fermento
culturale salentino. Nacque la rivista “L’incantiere” e prese il via il
festival “Salentopoesia”. Si trattava dei primi reading pugliesi dove i
migliori autori italiani si cimentavano, per intere serate, nella
lettura di poesie. Vi partecipò anche Claudia incantando la platea non
solo per la sua straordinaria bellezza, ma anche per il fascino delle
sue performance.
Nel “Laboratorio di poesia” convergevano i maggiori poeti salentini e Claudia fu considerata come la più dotata, forte e fortemente creativa nel discorso lirico, straordinaria ed incomparabile nella recitazione; personalissima sempre.
Con la sua poetica ardua e singolare, Claudia si impose per la vitalità espressiva e per l’uso quasi spregiudicato della lingua, tanto che Franco Fortini, pur riconoscendo in lei le stimmate dell’artista, le rimproverò la foga letteraria in termini di “impunità” della parola.
Fu in quegli anni che fece conoscenza, e sovente strinse relazioni di amicizia, con numerosi personaggi del mondo letterario ed artistico; dal già citato Franco Fortini (a cui fu legata da un insolito vincolo di stima ed affetto), a Dario Bellezza; e poi, Adolfo Oxilia, Giampiero Neri, Enzo Di Mauro, Antonio Verri, Bruno Brancher, Michelangelo Zizzi, M. Luisa Spaziani ed altri.
La sua morte fisica segnò la sua “cancellazione” dalla mente e dal cuore di quei tanti che le si erano proclamati amici ed estimatori. Tranne un numero della rivista “L’incantiere” interamente dedicato a testi suoi ed a saggi critici sulla sua poetica, pubblicato dopo la sua morte e in concomitanza di una serata commemorativa organizzata presso l’Università di Lecce, più nulla accadde.
Otto anni dopo la sua scomparsa lo scrittore Mario Desiati, caporedattore di “Nuovi argomenti”, rivista letteraria edita dalla Mondadori, le dedicò un’ampia sezione nel n° 28 (ottobre-dicembre 2004) pubblicandone una significativa selezione di versi, testimonianze e ritratti fotografici.
E fu lo stesso Mario Desiati che in seguito, per conto della casa editrice peQuod, nel 2006 ha curato anche la stampa del volume “Inferno minore” che contiene, altresì, “Le pagine del travaso” ed un cospicuo numero di altri componimenti.
Nel 2007 “Terra d’ulivi” di Lecce edita “Oppure mi sarei fatta altissima” saggio sulla poetica di Claudia Ruggeri di Alessandro Canzian, che ha dedicato altri scritti alla poetessa mostrando una notevole perspicacia ed una grande sensibilità nell’interpretazione di testi di non facile approccio.
In dicembre 2007 viene bandito dalla stessa Associazione culturale “Terra d’ulivi” di Lecce un premio letterario “Claudia Ruggeri” da assegnare a giovani autori.
Buona parte dei manoscritti della poetessa si trova a Firenze, presso il “Gabinetto G.P. Vieusseux”, dietro richiesta del suo Direttore Prof. Giovanni Gozzini.
Nel “Laboratorio di poesia” convergevano i maggiori poeti salentini e Claudia fu considerata come la più dotata, forte e fortemente creativa nel discorso lirico, straordinaria ed incomparabile nella recitazione; personalissima sempre.
Con la sua poetica ardua e singolare, Claudia si impose per la vitalità espressiva e per l’uso quasi spregiudicato della lingua, tanto che Franco Fortini, pur riconoscendo in lei le stimmate dell’artista, le rimproverò la foga letteraria in termini di “impunità” della parola.
Fu in quegli anni che fece conoscenza, e sovente strinse relazioni di amicizia, con numerosi personaggi del mondo letterario ed artistico; dal già citato Franco Fortini (a cui fu legata da un insolito vincolo di stima ed affetto), a Dario Bellezza; e poi, Adolfo Oxilia, Giampiero Neri, Enzo Di Mauro, Antonio Verri, Bruno Brancher, Michelangelo Zizzi, M. Luisa Spaziani ed altri.
La sua morte fisica segnò la sua “cancellazione” dalla mente e dal cuore di quei tanti che le si erano proclamati amici ed estimatori. Tranne un numero della rivista “L’incantiere” interamente dedicato a testi suoi ed a saggi critici sulla sua poetica, pubblicato dopo la sua morte e in concomitanza di una serata commemorativa organizzata presso l’Università di Lecce, più nulla accadde.
Otto anni dopo la sua scomparsa lo scrittore Mario Desiati, caporedattore di “Nuovi argomenti”, rivista letteraria edita dalla Mondadori, le dedicò un’ampia sezione nel n° 28 (ottobre-dicembre 2004) pubblicandone una significativa selezione di versi, testimonianze e ritratti fotografici.
E fu lo stesso Mario Desiati che in seguito, per conto della casa editrice peQuod, nel 2006 ha curato anche la stampa del volume “Inferno minore” che contiene, altresì, “Le pagine del travaso” ed un cospicuo numero di altri componimenti.
Nel 2007 “Terra d’ulivi” di Lecce edita “Oppure mi sarei fatta altissima” saggio sulla poetica di Claudia Ruggeri di Alessandro Canzian, che ha dedicato altri scritti alla poetessa mostrando una notevole perspicacia ed una grande sensibilità nell’interpretazione di testi di non facile approccio.
In dicembre 2007 viene bandito dalla stessa Associazione culturale “Terra d’ulivi” di Lecce un premio letterario “Claudia Ruggeri” da assegnare a giovani autori.
Buona parte dei manoscritti della poetessa si trova a Firenze, presso il “Gabinetto G.P. Vieusseux”, dietro richiesta del suo Direttore Prof. Giovanni Gozzini.
Francesca Asfaltorosa Canobbio